CUCINA TEORICA PRATICA di Ippolito Cavalcanti – 1837
Academia Barilla - Biblioteca Gastronomica
Sapevate che Ippolito Cavalcanti, nobile napoletano e discendente dal poeta Guido Cavalcanti, amico di Dante Alighieri, pubblica dieci edizioni di La Cucina teorica-pratica?
Un trattato sulla cucina campana che, includendo anche ricette di ispirazione francese, documenta l’influenza della gastronomia francese sulle tavole aristocratiche nella metà dell’Ottocento .

La Cucina teorica-pratica di Ippolito Cavalcanti riveste una notevole importanza nella letteratura gastronomica italiana dal punto di vista storico.
Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino (1787-1859) è un nobile napoletano discendente dal poeta del Dolce Stil Novo e amico di Dante Alighieri, Guido Cavalcanti.
Appassionato di gastronomia, scrive questo trattato di cucina tradizionale napoletana, che comprende anche alcune ricette di ispirazione francese, dato che la cucina d’Oltralpe e’, nella metà dell’Ottocento, assai diffusa sulle mense dell’aristocrazia.
Il testo di Ippolito Cavalcanti avrà dieci edizioni, l’ultima nel 1877, parte della collezione della Biblioteca Gastronomica di Academia Barilla.
Lo scrittore strizza l’occhio alla territorialità, rispetto all’ideale di una cucina «nazionale» e svela la prima descrizione di un piatto di vermicelli condito con il pomodoro.
In quel periodo, gli spaghetti sono già diffusi in Italia da diversi secoli mentre la conserva di pomodoro si diffonde solo a partire dalla fine del Settecento. Lazzaro Spallanzani, Studioso di scienze naturali, scopre per primo nel 1762 che, ponendo dei pomodori bolliti in contenitori chiusi ermeticamente, questi si conservano più a lungo. Ma sarà Nicolas Appert a diffondere questa metodologia, presto adattate nel XIX secolo dalla nascente industria alimentare.
E voi conoscevate le origini del piatto di pasta più iconico della cucina tradizionale italiana, la pasta al pomodoro?